I TESTI DEI CANTI ALPINI


PREGHIERA DELL'ALPINO
Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai,
su ogni balza delle Alpi ove la provvidenza
ci ha posto a baluardo fedele delle nostre
contrade, noi, purificati dal dovere
pericolosamente compiuto,
eleviamo l'animo a Te, o Signore, che proteggi
le nostre mamme, le nostre spose,
i nostri figli e fratelli lontani, e
ci aiuti ad essere degni delle glorie
dei nostri avi.
Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi,
salva noi, armati come siamo di fede e di amore.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della
tormenta, dall'impeto della valanga,
fa che il nostro piede posi sicuro
sulle creste vertiginose, su le diritte pareti,
oltre i crepacci insidiosi,
rendi forti le nostre armi contro chiunque
minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera,
la nostra millenaria civiltà cristiana.
E Tu, Madre di Dio, candida più della neve,
Tu che hai conosciuto e raccolto
ogni sofferenza e ogni sacrificio
di tutti gli Alpini caduti,
tu che conosci e raccogli ogni anelito
e ogni speranza
di tutti gli Alpini vivi ed in armi.
Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni
e ai nostri Gruppi.
Così sia.

TRENTATRE

LA PENNA DELL'ALPINO
LA MONTANARA
DA UDIN SIAM PARTITI
FIN DAI TETTI
LA CANZONE DELL’EDELWEISS
MONTE CANINO
MONTE NERO
BERSAGLIERE HA CENTO PENNE
SUL PONTE DI PERATI
SUL CAPPELLO
SIGNORE DELLE CIME
ERA UNA NOTTE CHE PIOVEVA
TAPUM!
DI QUA’, DI LA’ DEL PIAVE
AL COMANDO DEI NOSTRI UFFICIALI
IL SILENZIO
GRAN DIO DEL CIELO
SUL PONTE DI BASSANO, BANDIERA NERA
MONTE GRAPPA
BOMBARDANO CORTINA
FRATELLI D'ITALIA
MOTORIZZATI A PIE'
STELUTIS ALPINIS
IL TESTAMENTO DEL CAPITANO
LA CANZONE DEL  PIAVE
MI SON ALPIN
QUEL MAZZOLIN DI FIORI
APRITE LE PORTE
MONTE NERO
INNO AL SOLDATO IGNOTO D'ITALIA

 

 


 

 

TRENTATRE

Dai fidi tetti del villaggio
i bravi alpini son partiti;
mostran la forza ed il coraggio
nei loro volti franchi e arditi.
Son dell'Alpe i bei cadetti,
nella robusta giovinezza
dai loro baldi e forti petti
spira un'indomita fierezza.
O, valore alpin,
difendi sempre la frontiera,
e là sui confin
tien sempre alta la bandiera.
Sentinella, all'erta
per il suol nostro italiano,
dove amor sorride
e più benigno irradia il sol.
Là tra le selve e i burroni,
là tra nebbie fredde e il gelo,
piantan con forza i loro picconi
le vie rendon più brevi.
E quando il sole brucia e scalda
le cime e le profondità,
il fiero Alpino scruta e guarda,
pronto a dare i “Chi va là?”
O, valore alpin,
difendi sempre la frontiera,
e là sui confin
tien sempre alta la bandiera.
Sentinella, all'erta
per il suol nostro italiano,
dove amor sorride
e più benigno irradia il sol.

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LA PENNA DELL'ALPINO
LA PENNA DELL'ALPINO

Bersagliere ha cento penne,
ma l’alpin ne ha una sola;
un po’ più lunga,
un po’ più mora;
sol l’alpino la può portar.
Quando scende la notte buia
tutti dormono laggiù alla pieve
ma con la faccia giù nella neve
sol l’alpin là può dormir.
Su pei monti vien giù la neve
la tormenta dell’inverno
ma se venisse anche all’inferno
sol l’alpin riman lassù.
Se dall’alto dirupo cade
confortate i vostri cuori
perché se cade in mezzo ai fiori
non gli importa di morir.


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LA MONTANARA
LA MONTANARA
(T. Ortelli - L. Pigarelli)

Lassù sulle montagne tra boschi e valli d'or
tra l'aspre rupi eccheggia un cantico d'amor
La montanara, si sente cantare
cantiam la montanara e chi non la sa
La montanara, si sente cantare
cantiam la montanara e chi non la sa
Lassù sui monti dai ripidi d'argento
una capanna cosparsa di più
era la piccola dolce dimora
di Soreghina la figlia del sol
La figlia del sol.

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DA UDIN SIAM PARTITI
DA UDIN SIAM PARTITI

Da Udin siam partiti
da Bari siam passati
Durazzo siamo scesi
in Grecia destinati.
Ci tocca di partire
con la tristezza in cuor,
lasciando la morosa
con gli altri a far l'amor.
La Grecia terminata,
a Udin siam tornati,
che tosto per la Russia
noi siamo destinati.
E partiremo ancora
con la tristezza in cuor
lasciando la morosa
con gli altri a far l'amor.
Motorizzati a pie',

la piuma sul cappel,
lo zaino affardellato,
l'Alpin l'e` sempre quel

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DAI FIDI TETTI
FIN DAI TETTI

Dai fidi tetti del villaggio
I bravi alpini son partiti;
mostran la forza ed il coraggio
della loro salda gioventù;
sono dell’Alpe i bei cadetti,
nella robusta giovinezza
dai loro baldi e forti petti
spira un’indomita fierezza.
Oh, valore alpin
difendi sempre la frontiera!
E là sul confin
tien sempre alta la bandiera!
Sentinella all’erta
per il suol nostro italiano
dove amor sorride
e più benigno irradia il sol.
Là su fra i picchi ed i burroni
fra vento, gelo, ghiacci e nevi
piantan con forza i loro picconi
le vie rendono più brevi.
E quando il sole brucia e scalda
le cime e le profondità
il fiero alpino scruta e guarda
pronto a dare il "chi va là

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LA CANZONE DELL’EDELWEISS

Il più bel fiorellin del mondo
E' sempre l’edelweiss.
Fiorisce su
le rocce su
le nevi sui ghiacciai.
Disse all’alpino un dì la bella
voglio un’edelweiss.
Di fiorellin
mio bell’alpin
ne voglio un bel mazzin.
L’alpin tosto partiva
per cogliere l’edelweiss.
Sui monti andò
lei l’aspettò
l’alpino non tornò.
L’alpino era caduto
per cogliere l’edelweiss.
La bella ognor
piange d’allor
il suo perduto amor.

 

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MONTE CANINO

Non ti ricordi quel mese d'Aprile
Quel lungo treno che andava al confine
Che trasportavano migliaia degli alpini
Su-su correte: è l'ora di partir
Dopo tre giorni di strada ferrata
Ed altri due di lungo cammino
Siamo arrivati sul Monte Canino
E col sereno ci tocca riposar
Se avete fame guardate lontano
Se avete sete la tazza alla mano
se avete sete la tazza alla mano
che ci rinfresca: la neve ci sara'
perché l’è figlio di un vecchio alpino.
E gli mise la penna nera
perché l’è figlio di un vecchio alpin.

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MONTE NERO

Spunta l'alba del 15 Giugno
comincia il fuoco dell'artiglieria
Il 3° alpini è sulla via
Monte Nero a conquistar
Monte Nero Monte Rosso
traditore della vita mia
Ho lasciato la mamma mia
per venirti a conquistar
per venirti a conquistare
ho perduto tanti compagni
tutti giovani sui vent'anni
la loro vita non torna piu'.
Colonnello che piangeva
a veder tanto macello
fatti coraggio alpino bello
che l'onor sarà per te.


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BERSAGLIERE HA CENTO PENNE

Bersagliere ha cento penne
ma l’alpin ne ha una sola
un po' più lunga un po' più mora,
sol l’alpin la può portare...
Quando scende la notte bruna
tutti dormon nella pieve
ma con la faccia dentro la neve
sol l’alpin non può dormir...
Là sui monti vien giù la neve
la tormenta dell’inverno
ma se venisse anche l’inferno
sol l’alpin riman lassù...
Se dall’alto di rupo cade
confortate i vostri cuori
perché se cade i mezzo ai fiori
non gli importa di morir

 

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SUL PONTE DI PERATI

Sul ponte di Perati,
bandiera nera,
è il lutto degli Alpini
che fan la guerra.
E' il lutto della Julia
che va alla guerra,
la meglio gioventù
che va sottoterra.
Quelli che son partiti
non son tornati,
sui monti della Grecia
sono restati.
Sui monti della Grecia
c'è la Voiussa,
del sangue della Julia
s'è fatta rossa.
Un coro di fantasmi
vien giù dai monti.
E' il canto degli alpini
che sono morti.
Alpini della Julia
in alto il cuore!
Sul Ponte di Perati c’è il tricolore.
Sul Ponte di Perati c’è il tricolore.

 
SUL CAPPELLO
SUL CAPPELLO

Sul cappello che noi portiamo
c’è una lunga penna nera
che a noi serve da bandiera
su pei monti a guerreggiar.
Evviva evviva il reggimento
Evviva evviva il Corpo degli Alpin.
Su pei monti che noi andremo
pianteremo l’accampamento,
brinderemo al reggimento:
Viva il Corpo degli Alpin.
Su pei monti che noi saliremo
coglieremo stelle alpine
per portarle alle bambine
farle piangere e sospirar.
Farle piangere e sospirare
nel pensare ai bellì alpini
che tra i ghiacci e le slavine
van sui monti a guerreggiar.

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SIGNORE DELLE CIME
SIGNORE DELLE CIME
(Bepi de Marzi)

Dio del cielo, signore delle cime
un nostro amico hai chiesto alla montagna
ma ti preghiamo,
ma ti preghiamo,
su nel paradiso, su nel paradiso, lascialo andare
per le tue montagne.
Santa Maria Signora della neve,
copri col bianco soffice mantello,
il nostro amico, il nostro fratello,
su nel paradiso, su nel paradiso, lascialo andare
per le tue montagne.

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ERA UNA NOTTE CHE PIOVEVA
ERA UNA NOTTE CHE PIOVEVA

Era una notte che pioveva
e che tirava un forte vento;
immaginatevi che grande tormento
per un alpino che sta a vegliar!
A mezzanotte arriva il cambio
accompagnato dal capoposto
"Oh sentinella torna al tuo posto,
sotto la tenda a riposar!".
Quando fui stato nella mia tenda
sentii un rumore giù per la valle,
sentivo l'acqua giù per le spalle,
sentivo i sassi a rotolar.
Mentre dormivo sotto la tenda
sognavo d'essere con la mia bella
e invece ero di sentinella

fare la guardia allo stranier.

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TA PUM !
TAPUM!

Venti giorni sull’Ortigara
senza il cambio per dismontà
ta pum! ta pum! ta pum!...
ta pum! ta pum! ta pum!...
E domani si va all'assalto,
soldatino non farti ammazzar,
ta pum! ta pum! ta pum!...
ta pum! ta pum! ta pum!...
Quando poi si discende a valle
battaglione non hai più soldà.
ta pum! ta pum! ta pum!...
ta pum! ta pum! ta pum!...
Nella valle c'è un cimitero,
cimitero di noi soldà.
ta pum! ta pum! ta pum!...
ta pum! ta pum! ta pum!...  
Cimitero di noi soldà
forse un giorno ti vengo a trovà.
ta pum! ta pum! ta pum!...
ta pum! ta pum! ta pum!... 
Ho lasciato la mamma mia,
l'ho lasciata per fare il soldà.
ta pum! ta pum! ta pum!...
ta pum! ta pum! ta pum!...
Quando portano la pagnotta
il cecchino comincia a sparar.
ta pum! ta pum! ta pum!...
ta pum! ta pum! ta pum!...


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DI QUA’, DI LA’ DEL PIAVE
DI QUA’, DI LA’ DEL PIAVE

Di qua, di là del Piave
ci stava un’osteria.
Là c’è da bere e da mangiare
ed un bel letto per riposar.
E dopo aver mangiato e ben bevuto
oi bella mora se vuol venire
questa è l’ora d’andar a dormire.
Io si che vegnaria
per una volta sola
solo ti prego lasciarmi sola
che son figlia da maritar.
Se sei da maritare
dovevi dirlo prima
or che sei stata coi vecchi alpini
non sei figlia da maritare.
E dopo tanti mesi è nato un bel bambino,
non beve latte, ma succhia vino.

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AL COMANDO DEI NOSTRI UFFICIALI
AL COMANDO DEI NOSTRI UFFICIALI

Al comando dei nostri ufficiali
caricheremo cartucce a mitraglia
E se per caso il colpo si sbaglia
a baionetta l'assalto farem.
Tu nemico che sei tanto forte
su fatti avanti se hai del coraggio
E se qualcuno ti lascia il passaggio
noi altri alpini fermarti saprem
O care mamme che tanto tremate
non disperate pei vostri figlioli
che qui sull'alpe non siamo noi soli
C'è tutta Italia che al fianco ci stà


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IL SILENZIO
IL SILENZIO

Brutta cappella, va in branda
va a dormir, e va a dormin,
mentre l’anziano ‘l va fòra
a divertis, a divertiss.
Non t’arrabbiare che i mesi
passano...la finirà,
i giorni volano...la finirà,
anche per te...la finirà.
Cara cappella dovrai ancor patir,
ma adesso per ora tu cerca di dormir,
che quando anziano lo sarai pur tu,
non ci potrai scordare mai più.

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GRAN DIO DEL CIELO
GRAN DIO DEL CIELO

Gran Dio del cielo
se fossi una rondinella
vorrei volar, vorrei volar
vorrei volare in braccio alla mia bella
Prendi la secchia e vattene alla fontana
là c'è il tuo amore, là c'è il tuo amore
là c'è il tuo amore che alla fontana aspetta
Prendi il fucile e vattene alla frontiera
là c'è il nemico, là c'è il nemico
là c'è il nemico che alla frontiera aspetta.

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SUL PONTE DI BASSANO, BANDIERA NERA
SUL PONTE DI BASSANO, BANDIERA NERA

Sul ponte di Bassano,
bandiera nera,
è il lutto degli Alpini
che va alla guerra.
E' il lutto degli Alpini
che va alla guerra,
la meglio zoventù
l'è sottoterra.
Nell'ultimo vagone
c'è l'amor mio
col fazzoletto bianco
mi dà l'addio.
Col fazzoletto bianco
mi salutava
e co' la bocca i baci
la mi mandava.
Quando che lui veniva
a casa mia
la meio seggiolina
l'era la sua.

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MONTE GRAPPA
MONTE GRAPPA

Monte Grappa, tu sei la mia Patria,
sei la stella che addita il cammino,
sei la gloria, il volere, il destino,
che all'Italia ci fa ritornar.
Contro a te già s'infranse il nemico,
che all'Italia tendeva lo sguardo:
non si passa un cotal baluardo,
affidato agli italici cuor.
Monte Grappa, tu sei la mia Patria,
sovra te il nostro sole risplende,
a te mira che spera ed attende,
i fratelli che a guardia vi stan.
Le tue cime fur sempre vietate,
per il pie' dell'odiato straniero,
dei tuoi fianchi egli ignora il sentiero
che pugnando più volte tentò.
Quale candida neve che al verno
ti ricopre di splendido ammanto,
tu sei puro ed invitto col vanto
che il nemico non lasci passar.
O montagna, per noi tu sei sacra;
giù di lì scenderanno le schiere
che irrompenti, a spiegate bandiere,
l'invasore dovranno scacciar.
Ed i giorni del nostro servaggio
che scontammo mordendo nel freno,
in un forte avvenire sereno
noi ben presto vedremo mutar.
Monte Grappa, tu sei la mia Patria, ecc.


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BOMBARDANO CORTINA
BOMBARDANO CORTINA

Bombardano Cortina
dicono che gettano fiori
nemici traditori
E' giunta l'ora subito fora dovete andar !
E' giunta l'ora subito fora dovete andar !
E proseguendo poi
per val Costeana
tutti sulla Tofana
su quella vetta la baionetta si tirerà !


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FRATELLI D'ITALIA
FRATELLI D'ITALIA

Fratelli d'Italia,
l'Italia s'è desta,
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa.
Dov'è la vittoria?
Le porga la chioma
ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte
siam pronti alla morte;
Italia chiamò.
Noi siamo da secoli
calpesti e derisi
perché non siam popolo
perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
bandiera, una speme;
i fonderci insieme
già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte,
siam pronti alla morte;
Italia chiamò
Uniamoci, amiamoci!
L'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio;
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte
siam pronti alla morte;
Italia chiamò.
Dall'Alpe a Sicilia,
dovunque è Legnano;
ogni uomo di Ferruccio
ha il core, ha la mano.
I bimbi d'Italia
si chiaman Balilla,
il suon d'ogni squilla
i Vespri suonò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte,
siam pronti alla morte;
Italia chiamò
Son giunchi che piegano
le spade vendute;
già l'aquila d'Austria
le penne ha perdute:
il sangue d'Italia,
il sangue polacco,
bevè col cosacco.
Ma il sen le bruciò!
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte
siam pronti alla morte;
Italia chiamò.
Evviva l'Italia,
dal sonno s'è desta,
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa.
Dov'è la vittoria?
Le porga la chioma
ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte
siam pronti alla morte;
Italia chiamò.


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MOTORIZZATI A PIE'
MOTORIZZATI A PIE'

Da Udin siam partiti,
da Bari siam passati.
Durazzo siamo scesi
in Grecia destinati.
Ci tocca di partire
con la tristezza in cuor,
lasciando l'amorosa
con gli altri a far l'amor.
La Grecia è terminata,
a Udin siam tornati
che tosto per la Russia
noi siamo destinati.
E partiremo ancor
con la tristezza in cuor
lasciando l'amorosa
con gli altri a far l'amor!
Motorizzati a pie',
la penna sul cappel
lo zaino affardellato
l'Alpin l'è sempre quel.
E vegnirà quel dì
che canterem così:
«Finita l'è la naja,
a casa a divertir!» 


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STELUTIS ALPINIS
STELUTIS ALPINIS

Se tu vens cà sù ta' cretis
là che lôr mi àn soterât,
al è un splàz plen di stelutis;
dal miò sanc l'è stât bagnât...
Par segnâl, une crosute
jè scolpide lì tal cret;
fra che' stelis 'nàs l'erbute,
sot di lor jo dùar cujet.
Ciol, su ciol, une stelute
che ricuardi il nestri ben:
tu 'i darâs 'ne bussadute
e po' plàtile in tal sen.
Quant' che a ciase tu sês sole
e di cûr tu preis par me,
il miò spirt ator ti svole:
jo e la stele 'o sin cun te.
Ma 'ne dì quant che la vuere
a' sara un lontan ricùard
tal to cûr, dulà ch'al jere
stele e amôr, dut sara muart.
Restarà par me che stele
che 'l miò sanc a là nudrit
par che lusi simpri biele
su l'Italie a l'infinit.

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IL TESTAMENTO DEL CAPITANO
IL TESTAMENTO DEL CAPITANO

Il capitan de la compagnia
e l'è ferito sta per morir
e manda a dire ai suoi Alpini
perché lo vengano a ritrovar.
I suoi alpini ghe manda a dire
che non han scarpe per camminar.
"O con le scarpe, o senza scarpe
i miei Alpini li voglio qua".
Cosa comanda siòr Capitano
che noi adesso semo arriva'.
"E io comando che il mio corpo
in cinque pezzi sia taglia'"!
Il primo pezzo al Re d'Italia,
il secondo pezzo al Battaglion,
il terzo pezzo alla mia mamma
che si ricordi del suo figliol.
Il quarto pezzo alla mia bella
che si ricordi del suo primo amor.
Il quinto pezzo alle montagne
ché lo fioriscano di rose e fior.


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LA CANZONE DEL  PIAVE
LA CANZONE DEL  PIAVE

Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera...
Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava andare avanti.
S'udiva intanto dallae amate sponde,
sommesso e lieve il mormorìo dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò: non passa lo straniero!
Ma in una notte trista si parlò di un fosco evento
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento.
Ahi, quanta gente ha vista venir giù lasciare il tetto,
poi che il nemico irruppe a Caporetto!
Profughi ovunque! Dai lontani monti,
venivano a gremir tutti i suoi ponti.
S'udiva allor dalle violate sponde
sommesso e tristo il mormorar dell'onde.
Come un singhiozzo, in quell'autunno nero,
il Piave mormorò: ritorna lo straniero!
E ritornò il nemico: per l'orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame...
Vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora!
 - No - disse il Piave. - No, - dissero i fanti -
mai più il nemico faccia un passo avanti!
Si vide il Piave rigonfiar le sponde!
E, come i fanti, combattevan l'onde...
Rosso di sangue del nemico altero,
il Piave comandò: indietro, và, straniero!
Indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento
E la Vittoria sciolse l'ali al vento!
Fu sacro il patto antico: tra le schiere, furon visti
risorgere Oberdan, Sauro, Battisti!
Infranse, alfin, l'italico valore
le forche e l'armi dell'impiccatore!
Sicure l'Alpi, libere le sponde
Si tacque il Piave, si placaron l'onde.
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò nè oppressi nè stranieri! 


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MI SON ALPIN
MI SON ALPIN

Mi son Alpin
me pias el vin
tengo l'innamorata
in fondo al quartier.
Vicino al quartier
vicino alla caserma
tengo una bella serva
per fare all'amore.


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QUEL MAZZOLIN DI FIORI
QUEL MAZZOLIN DI FIORI

Quel mazzolin di fiori
che vien dalla montagna
bada ben che non si bagna
chè lo voglio regalar,
bada ben che non si bagna
chè lo voglio regalar.
Lo voglio regalare
perchè l'è un bel mazzetto,
lo voglio dare al mio moretto
stasera quando vien,
lo voglio dare al mio moretto
stasera quando vien.
Stasera quando vien
gli fo una brutta cera;
e perchè Sabato di sera
lui non è vegnù da me,
e perchè Sabato di sera
lui non è vegnù da me.
Non l'è vegnù da me,
l'è andà dalla Rosina...
Perchè mi son poverina
mi fa pianger e sospirar,
perchè mi son poverina
mi fa pianger e sospirar.
Mi fa piangere e sospirare
sul letto dei lamenti
e che mai diran le genti,
cosa mai diran di me,
e che mai diran le genti,
cosa mai diran di me.
Diran che son tradita,
tradita nell'amore
e a me mi piange il cuore
e per sempre piangerà,
e a me mi piange il cuore
e per sempre piangerà.
Abbandonato il primo,
abbandonà il secondo,
abbandono tutto il mondo
e non mi marito più,
abbandono tutto il mondo
e non mi marito più.


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APRITE LE PORTE

Aprite le porte
che passano, che passano,
aprite le porte
che passano i baldi alpin!
freschi e bei, senza schei, bei putei
E come la marcia ben
le banda, la banda,
e come la marcia ben
le banda dei alpin!Vinassa, vinassa
Là nella valle, c'è un'osteria
è l'allegria, è l'allegria
là nella valle, c'è un'osteria
è l'allegria di noi alpin!
E se son pallida nè miei colori
no' vo' dotori, no' vo' dotori
e se son pallida come 'na strassa
vinassa, vinassa e fiaschi de vin!
Là sul Cervino c'è una colonna
è la Madonna, è la Madonna
là sul Cervino c'è una colonna
è la Madonna di noi alpin!
E se son pallida nè miei colori etc...


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MONTE NERO

Spunta l'alba del 16 giugno,
comincia il fuoco l'artiglieria,
il Terzo Alpini è sulla via 
Monte Nero a conquistar.
Monte Rosso e Monte Nero,
traditor della vita mia,
ho lasciato la casa mia
per venirti a conquistar.
Per venirti a conquistare
abbiam perduti tanti compagni.
Tutti giovani sui vent'anni.
La sua vita non torna più.
Il colonnello che piangeva
a veder tanto macello:
- Fatti coraggio, Alpino bello,
che l'onor sarà per te! -
Arrivati a trenta metri
dal costone trincerato
con assalto disperato
il nemico fu prigionier.


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INNO AL SOLDATO IGNOTO D'ITALIA

La gloria era un abisso,
che si stendeva dallo Stelvio al mare,
ma l'occhio ardente e fisso
non si distolse e si dovea passare.
E la chiodata scarpa che passava
tritò l'impervio Carso a roccia a roccia;
pigiò nel Piave sacro che arrossava
sangue nemico tratto a goccia a goccia!
Soldato ignoto, e Tu: perduto fra i meandri del destino!
mucchio senza piastrino, eroe senza medaglia,
il nome Tuo non esisteva più.
Finita la battaglia, fu chiesto inutilmente:
nessun per te poteva dir : presente!
Il Piave era una diga:
file d'elmetti e siepi di fucili,
zappe e chitarre, e tutti quanti in riga.
No, Generale, i Fanti non son vili:
la Morte li afferrò tra le sue branche,
li strinse a mille nelle ossute braccia,
li rese irriconoscibili fantasmi
ne disperse fin l'ultima traccia.
Soldato ignoto, e tu disperso tra i meandri del Destino!
Muto senza piastrino, eroe senza medaglia,
il nome tuo non esisteva più.
Finita la battaglia fu chiesto inutilmente
(ma) tra i morti intatti (ri)cercherò l'assente.
Il Carso era una prora,
prora d'Italia volta all'avvenire,
immersa nell'aurora,
con il motto in cima vincere o morire!
E intorno a quella prora si moriva,
mentre alla nave arrise la vittoria
e il nome di ogni Fante che periva
passava all'albo bronzeo della storia!
Soldato ignoto, e Tu: ritorna dai meandri del destino!
brilla il Tuo bel piastrino, fregiato della palma:
Tu sei l'eroe che non morrà mai più!
E solo la Tua salma, che volta ad oriente,
da Roma può rispondere: presente!

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